Quattro passi scalza fino al frigorifero, la bottiglia del latte e il cane ciondolante che aspetta il tuo gesto. Pochi fruscii e piccoli guaiti immersi nel nulla e nel silenzio. Assapori il fresco della bevanda che scende in gola e chiudi gli occhi, ti passano davanti estati afose e pensieri di attesa, la fine della scuola, la festa, l’inquietudine, il fragore del temporale estivo, i richiami della piazza e le fughe da tua madre. Pensi che il latte, in fondo, sia la cosa più buona che tu abbia mai bevuto, ne prendi un altro sorso, mentre la tua cucciola aspetta ancora un tuo cenno. Richiudi gli occhi e speri di rivivere quelle estati, invece ora sei distante, senti il caldo ma non la festa, avverti i rumori del traffico del centro, stringi mani sudate, sorridi, scorgi la piazza dalla tua finestra, ti lasci travolgere dalla vita, dal tempo. Il piacevole incedere delle lancette dell’orologio a muro ti desta e torni alla tua cucina, avvolta nella penombra della luce artificiale del corridoio, il suono impertinente e cocciuto della lavastoviglie ti avvisa che ora puoi innescare qualche altro elettrodomestico che faccia il proprio lavoro notturno. Eppure si sta bene qui, il fresco della ceramica sotto i piedi scalzi e il ronzio del frigorifero che ti culla. Torni a chiudere gli occhi e immagini il profumo della musica, il sapore di un bel film, di quelli infiniti di sconosciuti registi francesi che piacciono solo a te, il soffice tocco di una gita in montagna, tutti i sensi si svegliano e scambiano sensazioni e piaceri. Non ti curi di capire ma godi della eccezionale percezione. Il silenzio della vita ha le sue sfumature e le sue virtù, porta con sé un bagaglio che si riversa interamente dentro di te. Il ricordo è solo un particolare, un innesco, ora vivi delle tue profonde sensazioni e su quelle affidi le tue scelte. Silenzi, riflessioni, azioni, e poi ancora nuovi silenzi, momenti di fermo e di sospensione che ti portano lontano e ti fanno incontrare i sapori e gli odori che ti accompagnano da sempre ma che solo adesso sai riconoscere. Ora hai il codice, la password, adesso sai decifrare il rumore che ti circonda e sai dare un peso alle cose. Ecco, forse in questo tonfo del silenzio si realizza tutta la conoscenza di te.